Note dell’autore
Lo studioso Uwe Wolff sostiene che gli angeli esistono ma non si possono fotografare. I Misteri di Campobasso che sfilano nel giorno del Corpus Domini sono pieni di figure angeliche da fotografare, ma non senza difficoltà. Riuscire ad isolare queste creature volanti durante un evento del genere può diventare una impresa ardua. Il sa- crificio viene ripagato da scene surreali con un richiamo alle arti figurative. Questo concetto è rafforzato dall’uti- lizzo della tecnica del bianco e nero la quale “offre chia- rezza di forma, intensità di carattere e azione fuori dal tempo” (R. Olsenius)
Presentazione
Quando si parla di apparizioni spesso ci si ritrova a im- mergersi nel miraggio, nella sensazione che il sogno possa appropriarsi del nostro mondo e della nostra memoria. La vicinanza dei nostri desideri al luogo dove persistono indisturbate le nostre paura fatte di terra e cielo, di appa- rati concreti progettati per la nostra assuefazione al quoti- diano, non ci aiuta a riconoscere la natura nelle sue mani- festazioni più magiche ed estemporanee.
Abbiamo sempre bisogno di qualcosa o di qualcuno che ci indichi l’interpretazione giusta di ciò che ci accade e per questo ci mettiamo in cammino, vaghiamo randagi come rabdomanti impazziti, condizionati dalla materialità del mondo. Ma è guardando che inizia il vero riconosci- mento dell’altro, l’identificazione dello straordinario den- tro la cornice dell’ordinario.
In questo ciclo fotografico lo sguardo di Lello Muzio ha strappato gli angeli dalla tela colorata della tradizione re- ligiosa e dalla ritualità popolare collettiva, per ridistri- buirli secondo una spaesante manovra di riappropriazione individuale della materia più sublime di cui siamo fatti: l’amore.
L’amore è parziale e tragicamente individuale anche quando lo condividiamo con gli altri, anche quando lo riconosciamo nell’angelo bambino che ci sovrasta senza riuscire a mettere la sua mano sulla nostra spalla.
Carmine Aceto